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14 giugno 2010 |

Assedio senza fine

I paramilitari hanno nuovamente impedito l’accesso della carovana umanitaria a San Juan Copala

L’indifesa è totale, l’impunità campeggia a Oaxaca. Paramilitari e governo sembrano decisi a piegare la volontà autonomica del municipio di San Juan Copala attraverso un assedio inespugnabile che impedisce l’arrivo di medicine, viveri e combustibili.

Anche alla carovana umanitaria prevista per lo scorso martedì 8 è stato impedito l’arrivo con il suo carico di prodotti di prima necessità dalle forse paramilitari, le stesse che il 27 aprile hanno attaccato a colpi di mitraglia un convoglio uccidendo Betty Cariño e l’attivista finlandese Jyri Jaakkola.

Nè le autorità del Governo Federale nè quelle dello Stato hanno garantito la vita e la sicurezza delle 400 persone che facevano parte di questa carovana, che è partita il 7 giugno da Città del Messico e è stata intercettata nelle vicinanze del posto di blocco conosciuto come La Sabana, ha informato il giornale Contralínea.

“In questa occasione il rischio imminente di un attacco armato ha frustrato il cammino degli osservatori, i quali sono arrivati solo fino al villaggio di Agua Fría, che si trova a circa 5 kilometri da San Juan Copala. Questo nonostante il fatto che nel convoglio viaggiassero anche 20 deputati federali dei partiti della Rivoluzione Democratica e del Lavoro”, segnala Contralínea, i cui giornalisti vennero feriti in occasione della prima carovana.

Nel frattempo, dal municipio autonomo, Casimiro Martínez Aguilar, membro dell’autorità locale, ha segnalato: “L’assedio deve rompersi, piano piano si sta consumando, i governi non possono mantenere più gli assassini paramilitari nell’impunità, San Juan Copala deve tornare alla normalità e esigere che i diritti dei popoli indigeni vengano rispettati”.

“Se il governo statale e quello federale non possono garantire il cibo e le medicine agli abitanti di San Juan Copala, la società civile con l’appoggio della comunità internazionale dovrà cercare meccanismi per ottenerlo e le istanze internazionali giocheranno un ruolo molto importante davanti all’assenza totale dello Stato a tutti i suoi livelli di governo”, ha aggiunto Casimiro Martínez.

L’8 giugno si sono compiuti 192 giorni di assedio armato contro gli indigeni triquis autonomi. Fino ad allora nessuna autorità ha assunto le proprie responsabilità di garantire lo Stato di Diritto e la libera circolazione nella zona. I paramilitari hanno agito con totale impunità, nonostante portino armi di uso esclusivo dell’esercito, racconta il giornale digitale.

Casimiro ha dichiarato anche che la comunità sta venendo decimata con permanenti azioni di intimidazione. “Gli spari si sentono quotidianamente e durante tutto il giorno a San Juan Copala. Sono spari che distruggono la popolazione, che hanno ottenuto che famiglie intere abbandonino la nostra comunità e che non siano entrati dottori, maestri e venditori di prodotti, imponendo uno stato d’allerta con le armi e la violenza”.

Siamo in attesa che i membri della carovana diano la loro testimonianza al loro ritorno a Città del Messico su ciò che è avvenuto durante la giornata di martedì 8..

FOTO: witnessforpeace.typepad.com

Caravana a San Juan Copala
(CC) 2010 Radio Monde Réel

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