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14 luglio 2009 | | |

Insostenibile

L’uccisione di dirigenti sindacali di sinistra e la detenzione di giornalisti marcano l’inizio della settimana in Honduras.

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Senza grandi spiegazioni, il regime di fatto dell’Honduras ha deciso di sospendere domenica il coprifuoco notturno che aveva imposto nel paese da quando il presidente Manuel Zelaya è stato separato dal suo posto con la forza, lo scorso 28 giugno.

Nelle catene di radio e televisione le autorità golpiste hanno annunciato che la misura “aveva già raggiunto i suoi obiettivi”, e che per questo è stata sospesa. Un giorno prima, la stampa internazionale informò che erano stati uccisi nel paese due dirigenti sindacali del partito di sinistra Unificazione Democratica; Roger Iván Bados, di 54 anni, e Ramón García, di 40.

La loro morte si è aggiunta a quella di due manifestanti pacifici assassinati dai francotiratori mentre reclamavano la restaurazione del governo democraticamente eletto di Zelaya, il giorno in cui il presidente ha provato a ritornare nel paese ma gli fu impedito dal governo di fatto.

Anche nel fine settimana vari giornalisti stranieri hanno affermato che la polizia honduregna li aveva detenuti per varie ore, senza presentare ordini o giustificativi.
I primi gruppi giornalistici detenuti dagli ufficiali di polizia sono stati quelli della catena venezuelana Telesur e quelli del canale Venezolana de Televisión. Anche se la versione che ha dato la polizia per arrestare i giornalisti è stata l’esistenza di una denuncia per furto del veicolo in cui viaggiavano, uno dei giornalisti di Telesur ha raccontato che un ufficiale gli aveva detto di andarsene presto dal paese perchè lì “non c’era nulla del quale informare”, e aveva responsabilizzato il presidente venezuelano Hugo Chávez della crisi politica che attraversa l’Honduras.

Domenica la polizia ha detenuto un gruppo di giornalisti stranieri nel loro albergo giustificando che avevano problemi di migrazione. Inoltre agenzie internazionali di stampa come AFP hanno informato che ufficiali di migrazione hanno girato per vari alberghi accompagnati da poliziotti armati e incapucciati controllando la situazione migratoria dei giornalisti stranieri.

Nel frattempo il presidente del Costa Rica, Óscar Arias, ha annunciato che la settimana prossima riprenderà la mediazione tra il governo costituzionale e quello di fatto in Honduras, che ha iniziato la settimana scorsa a San José, senza risultati significativi.

Zelaya continua affermando che il suo ritorno in Honduras “non è negoziabile”, posizione che appoggia tutta la comunità internazionale.

Vari esperti hanno segnalato che la sospensione degli aiuti internazionali è vitale per il mantenimento del regime di fatto, perchè il paese solo potrebbe sostenersi economicamente in queste condizioni per qualche mese.

“Nelle condizioni attuali, è impossibile che un governo possa resistere per più di sei mesi”, ha detto ad AFP Wilfredo Girón, professore di Economia dell’Università Autonoma dell’Honduras.

traduttrice: Giorgia Scurato

Imagen: http://mimundo-jamesrodriguez-esp.blogspot.com

(CC) 2009 Radio Monde Réel

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