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17 maggio 2006 | |

"Costruire un progetto alternativo, basato sul progresso nazionale, la sostenibilità, la pace e la giustiza sociale"

L’Unione Europea e il Centroamerica hanno stabilito che inizieranno a negoziare un accordo di associazione tra le due macroaree, che includerà un Trattato di Libero Scambio (TLC in castigliano).

La decisione è stata adottata la settimana scorsa, a Vienna, nel corso del IV Forum tra i governi dell’America Latina e dei Carabi e L’Unione Europea. L’accordo comprenderebbe, oltre al Trattato di Libero Scambio, il dialogo e la concertazione sui temi di attualità e di rilevanza mondiale e la cooperazione tra le due regioni.

Ángel Ibarra, integrante della “Red Ciudadana contra el Comercio e Inversión (Sinti Techan)” di El Salvador, che raggruppa diverse organizzazioni di questo paese, si era pronunciato alcune settimana fa sostenendo che esiste “la minaccia per i nostri popoli” che a Vienna comincino formalmente le negoziazioni tra l’Unione Europea e il Centroamerica.

In una intervista rilasciata a Carlos Santos, dell’organizzazione ambientalista “Redes – Amigos de la Tierra Uruguay”, Ibarra ha indicato alcune basi sulle quali si discuterà l’accordo di associazione tra gli stati dell’America Centrale e l’Unione Europea.

L’attivista salvadoregno sostiene che il Centroamerica ha, attualmente, una relazione con l’Europa che “si colloca al livello più basso (...) Oggi, politicamente, l’Unione Europea appare essere molto vicina alla politica statunitense nella regione”.

Ibarra se è riferito alla politica di cooperazione, che avrebbe dovuto essere negoziata nell’accordo di associazione. Ha dichiarato che “sempre più gli europei chiamano cooperazione con il Centroamerica, l’allineamento agli interessi commerciali”.

Riguardo al TLC Ibarra ha detto che “ciò che vuole ottenere l’Europa con questo trattato non è favorire il Centroamerica nel suo commercio verso l’Unione Europea”. In realtà, per Ibarra, l’Europa cerca di rafforzare la sua presenza nell’America Centrale, ottenendo benefici attraverso alcuni passi del TLC come quelli riguardanti “gli investimenti, la proprietà intellettuale, gli acquisti governativi, la clausola della nazione maggiormente favorita, che sono il spina dorsale del TLC”.

Sulle imprese europee presenti in El Salvador, principalmente spagnole, Ibarra ha sottolineato le conseguenze delle loro azioni sull’ambiente e il loro inadempimento delle norme che regolano il lavoro salariato.

“In campo lavorativo queste imprese proibiscono la sindacalizzazione degli operai e non rispettano i diritti dei lavoratori e le leggi nazionali che li riguardano (...) C’è una flessibilizzazione dell’orario di lavoro (tra le altre cose si lavora più di otto ore) che significa una precarizzazione del lavoro in El Salvador”, ha dichiarato il rappresentate di Red Sinti Techan.

“Queste imprese si caratterizzano per utilizzare tecnologia di scarto, ormai inutilizzabile in Europa, e non si attengono alle norme internazionali di protezione dell’ambiente e, molto meno, a quelle europee”, ha aggiunto Ibarra.

Traduzione di Gianni Tarquini Progetto Terre Madri – Traduttori Per la Pace – RadioMundoReal www.terremadri.it www.traduttoriperlapace.org

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