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26 giugno 2006 | |

Forum contro l’agribusiness: I cambiamenti climatici grande opportunità di affari

Il gruppo Guayubira, che riunisce organizzazioni ambientaliste uruguaiane, è tra i maggiori oppositori all’installazione di due fabbriche di cellulosa nel dipartimento occidentale di Rio Grande.

Ricardi Carrere fa parte del gruppo Guayubira. Ha partecipato al Forum di resistenza contro l’Agribusiness venerdì e sabato scorsi nella capitale argentina, Buenos Aires, ed è per l’occasione intervistato dai corrispondenti di Radio Mundo Real in Argentina, Raquel Schrott e Ezequiel Miodownik. Queste che seguono sono alcune delle sue riflessioni.

Ci sono vari tipi di agribusiness legati alla monocultura forestale. Da una parte, gli alberi sono visti come prodotti a basso costo per la produzione di cellulosa, da esportare nei paesi del nord, per la produzione di carta e per soddisfacendone l’eccessiva richiesta. Questa industria occupa milioni di ettari di terreno nei paesi del sud, in America Latina, e si sta incrementando in Asia e Africa, per soddisfare le crescenti richieste dei paesi del nord.

Questo tipo di industria agricola è ben conosciuto. Quello che non si conosce è l’industria del cambiamento climatico. Il cambiamento climatico è un disastro ambientale, ma per molti governi ed organizzazioni del ramo è diventato un’occasione per fare affari. Si è fatto in modo che il Protocollo di Kyoto accettasse le piantagioni di alberi come “deposito di carbonio”, che è un “servizio” che i paesi del nord del pianeta possono comprare per poter continuare con le loro emissioni inquinanti. Anziché ridurre le emissioni da combustibili fossili, ne riducono solo una parte, e compensano il resto con piantagioni in Ecuador o Uganda o ovunque siano soddisfatte le condizioni previste. Questo è un nuovo tipo di affari, portato avanti a spese del clima, la cui situazione va così peggiorando.

In America Latina sta avvenendo una espansione delle aree già piantate a eucalipto e pino. Ce ne sono oltre 2 milioni di ettari in Cile, e si stanno portando avanti ulteriori ricerche di ingegneria genetica per ottenere piante più resistenti al freddo da poter piantare anche in alto sulla cordigliera. L’ansia di espansione nel settore imprenditoriale cileno non conosce limiti. In Brasile, ci sono almeno 5 milioni di ettari, e il governo di Lula pianifica di arrivare ad avere 11milioni di ettari nei prossimi anni, per la produzione di cellulosa per l’esportazione. In Uruguay gli ettari sono 1 milione, e ci sono almeno tre progetti , e forse più, di fabbriche di cellulosa da esportare al nord. In Argentina una legge sulle foreste favorisce le piantagioni, e enormi piantagioni sono presenti nelle province di Misiones e Corrientes. Delle tre fabbriche presenti a Misiones, una, che è moderna e possiede le stesse tecnologie che verrebbero installate in Uruguay, ha inquinato la provincia. Fabbriche di cellulosa sono presenti in Colombia e Venezuela. L’arrivo di capitali giapponesi, per la piantagione di eucalipto, ha provocato una grande opposizione in Ecuador. In Messico e in Centro America, multinazionali intendono impiantare enormi coltivazioni di eucalipto per la produzione di cartone da imballaggio da destinare agli sweatshop, all’interno del Piano Pueblo Panama. I capitali stranieri considerano questa regione ideale per ’installazione di questo tipo di industria agricola, collegata alla produzione di carta e cellulosa.

L’installazione di fabbriche di cellulosa non è affatto necessaria. Risponde solo alla necessità di fronteggiare l’enorme consumo di carta del nord. Paesi come Uruguay e Argentina consumano solo 30 kg di carta pro capite all’anno, diversamente dall’Europa, dove il consumo pro capite sfiora i 300 kg, o dai 440 kg degli Stati Uniti e i 330 della Finlandia. Non c’è scarsità di carta in Uruguay e Argentina. Il consumo dei paesi del nord è impressionante, completamente fuori controllo e con queste fabbriche si intende incentivarlo ulteriormente.

Traduzione di Giuseppina Vecchia - Progetto Terre Madri – Traduttori per la Pace – Radiomundoreal – www.terremadri.it - www.traduttoriperlapace.org

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