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22 giugno 2006 | |

Sono le economie contadine "a sostenere le popolazioni dell’interno"

Diverse organizzazioni indigene e contadine dell’Argentina e membri di Vía Campesina, rete internazionale che riunisce organizzazioni di lavoratori di tutto il mondo, martedì scorso hanno realizzato a Buenos Aires, capitale argentina, un’attività di denuncia nei confronti della multinazionale Monsanto. Questa azienda è uno dei principali produttori mondiali di sementi transgeniche.

La mobilitazione è stata fatta in difesa della sovranità alimentare e contro il modello di esportazione dei prodotti agricoli. Si è trattato dell’attività di chiusura del Seminario sull’Agricoltura Sostenibile che si è tenuto domenica e lunedì scorsi a Buenos Aires e che è stato organizzato dal Movimento Nazionale Contadino degli Indigeni dell’Argentina e Vía Campesina.

Tra le organizzazioni dei lavoratori argentine che hanno organizzato questo seminario emergono il Movimento Contadino di Cordoba e quello di Santiago del Estero, province situate rispettivamente al centro e al nord del Paese. I corrispondenti di Radio Mundo Real in Argentina e membri dell’organizzazione ambientalista Amici della Terra Buenos Aires, Raquel Schrott e Ezequiel Miodownik, hanno intervistato uno dei membri del Movimento Contadino cordobese, Horacio Britos.

L’esponente ha spiegato che l’obiettivo del seminario era “discutere sul modello agricolo contadino sostenibile e sui conflitti che si creano con il modello industriale ed esportatore dei prodotti agricoli”. Britos ha detto che a Cordoba “negli ultimi cinque anni la superficie di soia seminata, come coltura industriale vincolata all’esportazione, è aumentata a due milioni di ettari e nel Paese si è passati da 10 a 17 milioni di ettari nello stesso periodo”.

“Tutto ciò è stato fatto a costo dell’espulsione dei piccoli produttori e contadini, con la distruzione del monte nativo nell’ambito di un ampliamento della cultura industriale”, ha aggiunto Britos.

Tanto le organizzazioni contadine quanto quelle indigene chiedono il rispetto della loro forma di vita e la loro scelta di vivere in un ambiente rurale. Per fare ciò hanno bisogno di politiche di governo che promuovano la produzione contadina nazionale.

Britos ha detto inoltre che “ la produzione dei lavoratori rurali e degli indigeni ha a che vedere con altri valori, un’altra cultura, con alimenti sani, un commercio locale, un’economia alternativa e solidale e con la diversificazione delle colture, che genera uno sviluppo equilibrato del terreno”.

Britos ha fatto riferimento alla riforma agraria, una delle richieste più ascoltate in diversi Paesi latinoamericani. Ha affermato che dovrebbe comprendere anche “i lavoratori disoccupati, i settori urbani ed indigeni”.

Traduzione di Cecilia Silveri – Revisione di Giuseppina Vecchia - Progetto Terre Madri – Traduttori per la Pace – Radiomundoreal – www.terremadri.it - www.traduttoriperlapace.org

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