Quello che vedete è un archivio storico.
Chiediamo volontari per lavorare con la nuova traduzione della web.

{mini}Versione per la stampa

English · Español · italiano · Português

16 gennaio 2011 | | |

Ti invito a pensare

“Lavoratori giornalieri per le multinazionali: il destino che ci aspetta se non continuamo con la lotta a morte”

Un nuovo raid della giustizia argentina nella provincia di Buenos Aires, questa volta nella cittá di Arrecifes, ha trovato 101 lavoratori rurali in regima di schiavitú nelle mani di un’impresa agricola, l’argentina Satus Ager. Sono finora circa 500 i lavoratori trovati in condizioni simili negli ultimi 15 giorni, sempre nelle mani di imprese dedicate all’agricoltura nelle campagne di Buenos Aires.

In tutti i casi i lavoratori salvati sono originari della provincia di Santiago del Estero. “Ragazzi, organizzatevi, ribellatevi contro lo sfruttamento. Smettetela di essere agnelli addomesticati. Ribellione, insurrezione!”, ha suggerito loro Ángel Strapazzón, del Movimento Contadino di Santiago del Estero (MOCASE).

Radio Mundo Real é andata alla ricerca del dirigente contadino di Santiago, membro della Segreteria di Comunicazione del MOCASE, per conoscere la lettura del movimento di queste scoperte di lavoro rurale schiavizzato a Buenos Aires. Il risultato dell’intervista é stato un intenso dialogo, che é iniziato con un chiarimento: “le persone sfruttate nelle proprietá non sono contadini”.

“Voglio chiarire che contadini e contadine siamo autonomi e indipendenti, non abbiamo padroni, non abbiamo capi, non lavoriamo per un salario. Direttamente abbiamo i mezzi di produzione a livello comunitario o familiare e lavoriamo la terra”, ha iniziato dicendo Strapazzón. Ha spiegato che un’altra cosa sono i “lavoratori rurali” o “peones”, e un’altra ancora i “lavoratori schiavi rondini”, come quelli salvati recentemente.

Secondo i chiarimenti del dirigente del MOCASE, il contadino vive del lavoro della sua terra, nella quale produce per alimentare la sua famiglia e la comunitá. “Noi non produciamo né lavoriamo per imprese transgeniche , con agrotossici”, ha detto. Il dirigente ha sottolineato le radici indigene ed ecologiche del lavoro contadino.

Strapazzón ha segnalato che il MOCASE ha presentato progetti perché vengano consegnate ai lavoratori rurali terre non coltivate, in modo tale che diventino contadini produttori. “Trasformarsi in un contadino vuol dire, prima di tutto, rompere la relazione con un capo o un padrone, con un latifondista, con un impresario agricolo. Quando parliamo di un contadino parliamo di un tipo sociale libertario”, ha detto.

Il membro del MOCASE ha chiarito che i casi di lavoro servile di lavoratori rurali di Santiago sono molto frequenti, parte di una realtá provinciale di indigenza e povertá estrema. “Per questo la lotta é cosí dura da parte nostra, perché sappiamo che finiremo come schiavi se non resistiamo fino alla morte nella nostra terra. Finiremo con lo stesso destino dei nostri fratelli e sorelle, essere lavoratori giornalieri per le grandi multinazionali”.

Strapazzón ha considerato che i padroni e gli sfruttatori dei lavoratori rurali “si meritano che ci prendiamo la terra”. Il dirigente ha sottolineato molto le proposte che il MOCASE ha fatto al settore politico perché i lavoratori del campo diventino contadini che dipendano del proprio lavoro e non da capi o transnazionali. In questo senso ha detto che sono necessarie tre cose: accesso alla terra, crediti e fondi per i progetti di produzione, e che lo Stato compri ai contadini gli alimenti per le scuole e le mense infantili.

Il contadino ha detto che “perché 500 000 famiglie del campo (due milioni e mezzo di persone) escano dalla povertá sono necessari 156 milioni di pesos (circa 40 milioni di dollari)”. “In questo momento per zittire a quelli della Mesa de Enlace (che unisce le principali associazioni nazionali di impresari agricoli del paese), la presidente (Cristina Fernández) dice che dará loro 2200 milioni di pesos (per 20 000 produttori). É molto di piú”, ha aggiunto.

Il dirigente ha spiegato che il MOCASE ha giá presentato un progetto di Sovranitá Alimentare con le proprie proposte per togliere dalla povertá e dalla schiavitú a queste 500 000 famiglie in cinque anni. “Abbiamo in mano in questo momento per Santiago del Estero 125 lavori, per i quali abbiamo bisogno di baccelli e paletto per metterli in marcia, oltre a quelli che giá stanno funzionando grazie ai nostri fondi o a finanziamenti non provenienti dallo Stato argentino”.

Alla fine Strapazzón si é lamentato del fatto che “molte volte lo Stato argentino ci ha discriminato perché siamo i pericolosi della Vía Campesina”. “Perché siamo pericolosi?, perché abbiamo bruciato bulldozer?, che sono le grandi macchine che distruggono i boschi; perché abbiamo disarmato bulldozer e paramilitari contrattati dagli impresari? Non sará che i paramilitari e i padroni della soia della Mesa de Enlace sono i pericolosi?”

Tradutrice: Giorgia Scurato

Foto: http://www.flickr.com/photos/juantoxico/

(CC) 2011 Radio Monde Réel

Messaggios

Chi sei?
I tuoi messaggi

Questo form accetta scorciatoie di SPIP [->url] {{bold}} {italic} <quote> <code> e il codice HTML <q> <del> <ins>. Per creare un paragrafo lasciate semplicemente una riga vuota.

Chiudere

Amigos de la Tierra International

Radio Mundo Real 2003 - 2018 | Tutti quello che si pubblica qui é licenciato in Creative Commons (Attribuzione-Condividi allo stesso modo). La pagina web é stata fatta con Spip, software libero specializzato in publicazioni nella web… e anche é stata fatta con amore.