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6 marzo 2011 | |

Una vecchia norma

Cile: quattro mapuche dichiarati colpevoli nel processo di Cañete

Un’alta funzionaria cilena, della Difesa Nazionale Pubblica, Paula Vial, ha denunciato negli ultimi giorni una serie di irregolaritá vincolate al processo di tre mesi che ha coinvolto 17 indigeni mapuche.

Per la Vial, le “situazioni assurde” sono state un segno di identitá di questo processo promozionato che é avvenuto nel tribunale di Cañete, circa 600 kilometri a sud di Santiago, e che alla fine ha assolto 14 dei 17 imputati per associazione illecita terroristica, incendi e attacchi a camion che trasportavano legna.

In primo luogo, e questa é stata una lamentela costante da parte delle organizzazioni mapuche, il processo ha avuto come sfondo la minaccia di applicazione della cosiddetta “Legge antiterrorista”, che fu approvata durante la dittatura del generale Augusto Pinochet nel paese sudamericano tra il 1973 e il 1990.

D’altra parte, la Difesa Nazionale Pubblica ha messo sul tavolo altri episodi che risultano molto evidenti. Secondo quanto ha detto nelle dichiarazioni di Prensa Latina, é stato comprovato che uno dei “testimoni senza viso” presentato dall’accusa per testimoniare contro i mapuche era sordo. Il fatto curioso é che nelle dichiarazioni del processo questa persona assicura che ha potuto identificare uno degli imputati “come partecipe di un delitto in particolare per la voce”.

In totale sono comparsi 36 testimoni anonimi, e gli avvocati difensori hanno denunciato che molti di loro sono stati manipolati dai poliziotti e dal Pubblico Ministero.

Vial ha aggiunto che anche se le quattro condanne sono state per delitti comuni, tutto il processo é stato “inquadrato” nel campo di applicazione della legge antiterrorista, e ció ha facilitato l’accusa. I giudici di Cañete hanno dichiarato colpevoli quattro leader della Coordinazione Arauco-Malleco per il delitto di furto con intimidazione e tentato omicidio, per quanto riguarda un presunto attacco al fiscale Mario Elguet nel 2008.

“Rimangono in prigione per pensare differente e alzare una bandiera di lotta”, ha espresso uscendo dal processo uno degli imputati assolti, Luis Menares, prima di avvisare che la legge antiterrorista “tornerá ad essere utilizzata contro i mapuche”.

In una relazione per la trasmissione Más Voces, la giornalista cilena Fabiola Gutiérrez ha informato che ancora bisogna sapere quale sará la pena che dovranno scontare i quattro condannati. Inoltre si é riferita al fatto che le organizzazioni indigene hanno qualificato come un’ “infrazione sistematica dei diritti nei processi”, tra le altre cose per l’utilizzo dei “testimoni senza viso”.

Foto: Mapuexpress.net

(CC) 2011 Radio Monde Réel

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